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Riflessioni di una madre sull'educazione

Aggiornamento: 2 gen 2019


Vorrei far capire a mio figlio che la scuola dell'obbligo non è stata definita cosí perchè lui è obbligato ad andarci, ma perchè io, suo padre, i nonni, gli zii, noi siamo OBBLIGATI a dargli la possibilità di imparare. Vorrei riuscire a fargli capire che la cultura - intesa come apprendimento, conoscenza, scoperta, comprensione - è un suo diritto, anche quando lo annoia. Vorrei riuscire a fargli vedere che nella nostra (meravigliosa) lingua italiana la parola educazione può essere, spesso, sostituita dalla parola rispetto: educazione/rispetto delle differenze, di genere, delle culture, delle religioni, e qualunque altra educazione vi venga in mente. Ma soprattutto vorrei riuscire a fargli capire che l'educazione (ogni educazione) è, per prima cosa, l'apprendimento del rispetto di se stessi. Perchè se mio figlio verrà educato al rispetto di sè, delle sue debolezze e dei suoi talenti, delle sue convinzioni e dei suoi dubbi, della sua curiosità e delle sue paure, della sua noia e dei suoi sogni, delle sue diversità e delle sue banalità, se imparerà a rispettarsi abbastanza da concedersi di essere se stesso, allora avrà capito cos'è l'educazione, quella vera, quella che è RISPETTO senza più bisogno di aggiungere un complemento di specificazione. Vorrei soprattutto insegnare a me stessa che è MIO l'obbligo di sostenere mio figlio in questa educazione, anche quando mi girano perchè sembra che non gliene freghi nulla.

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