Tra i punti della riforma dello sport 2023 è prevista la completa esenzione da costi e adempimenti per i collaboratori con compensi sotto ai 5 mila euro.
La riforma prevede anche un trattamento differente tra grandi e piccole realtà mediante l’identificazione dei parametri da utilizzare.
L’obiettivo della riforma dello sport 2023 è quello di fornire maggiori garanzie, tutele e assistenze ai lavoratori sportivi.
Tra le novità più attese della riforma c’è l’esenzione da tutti i costi e gli adempimenti per i collaboratori con compensi inferiori a 5mila euro, oltre all’introduzione di parametri per distinguere le grandi e le piccole realtà sportive.
La riforma punta a raggiungere molteplici obiettivi, come quello di fornire maggiori garanzie, tutele e assistenze ai lavoratori sportivi, ma non solo. Infatti, l’obiettivo è anche quello di ridurre e semplificare il più possibile gli adempimenti a carico del mondo dello sport.
Ma a che punto siamo e quali sono le novità che ci attendono a partire dal primo luglio?
Riforma dello sport 2023: cosa cambierà
La Riforma dello Sport si rivolge ai lavoratori sportivi, tra cui:
atleti;
allenatori;
istruttori;
direttori tecnici;
direttori sportivi;
preparatori atletici;
custodi;
receptionist;
addetti alle pulizie;
giardinieri.
Si tratta, quindi, si una riforma che si rivolge a tutte quelle figure lavorative necessarie e strumentali allo svolgimento delle attività sportive. Ma scopriamo quali sono le principali novità che fanno parte della riforma dello sport.
1. Tipologie di collaborazione sportiva
Con l’introduzione della riforma dello sport, le collaborazioni potranno essere di tue tipi:
lavoro sportivo;
volontariato puro.
Il volontario è quel soggetto che presta la propria opera nel settore sportivo a titolo gratuito. Tuttavia, dovrà ugualmente essere assicurato per la responsabilità civile verso i terzi pur senza ricevere alcuna contribuzione.
Sono previsti solamente gli eventuali rimborsi spese documentati di vitto, alloggio, viaggio e trasporto, purché questi costi siano stati sostenuti al di fuori del territorio comunale di residenza.
Il lavoratore sportivo, invece, può essere:
subordinato;
autonomo (occasionale o con l’apertura di una partita iva);
di co.co.co.
In base alla natura contrattuale, avrà le rispettive tutele previdenziali e in materia di malattia, infortunio, gravidanza, maternità, genitorialità, disoccupazione involontaria (Naspi), salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Inoltre, in ambito dilettantistico, la prestazione “si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo nella forma di co.co.co.” nel caso in cui il rapporto di lavoro prevede non più di 18 ore settimanali, esclusa la partecipazi
one a manifestazioni sportive.
Inoltre, la prestazione deve essere coordinata sotto il profilo tecnico-sportivo secondo i regolamenti di Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate e Enti di Promozione Sportiva.
La durata del contratto a termine per i lavoratori sportivi è di 5 anni e vi può essere la successione di contratti a tempo determinato fra gli stessi soggetti.
Per quanto riguarda i lavoratori sportivi che svolgono attività amministrativa-gestionale, questi saranno inquadrati come co.co.co. e si applicherà la disciplina previdenziale e fiscale prevista per le collaborazioni coordinate e continuative sportive.
2. Assicurazione infortuni sul lavoro
La riforma dello sport prevede una maggiore tutela del lavoratore sportivo.
Infatti, i lavoratori sportivi subordinati
e co.co.co, sia nel professionismo che nel dilettantismo, dovranno essere assicurati contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Tale copertura assicurativa per responsabilità civile è assicurata anche ai volontari.
3. Obbligo di comunicazione ai centri per l’impiego
La riforma prevede l’obbligo di comunicazione ai centri per l’impiego dell’instaurazione di rapporto di lavoro subordinato e di lavoro autonomo, sia in forma coordinata che in forma continuativa.
La comunicazione deve essere effettuata al Registro telematico delle attività sportive dilettantistiche da parte dell’associazione o della società destinataria delle prestazioni sportive.
Occorre comunicare i dati necessari all’individuazione del rapporto di lavoro sportivo. In mancanza di questa comunicazione, si può incorrere in sanzioni.
4. Esenzione da costi e adempimenti per compensi sotto i 5mila euro
Tra i punti più importanti della riforma, come abbiamo anticipato all’inizio dell’articolo, riguarda l’esenzione da costi e adempimenti per i lavoratori sportivi con compensi fino a 5mila euro.
Il decreto, quindi, chiarirà in modo definitivo le regole dell’esenzione non essendo esplicitato a dovere nei precedenti testi. Si tratta di fatto di una agevolazione che viene incontro a tutti coloro che lavorano in modo sporadico per il settore sportivo.
5. Differenziazione tra piccole e grandi realtà sportive
Il decreto legislativo punta a stabilire un trattamento differente tra grandi e piccole realtà, attuato attraverso la creazione di precisi parametri utili a distinguere la natura e la grandezza delle attività.
La riforma, inoltre, punta a distinguere il settore dilettantistico da quello professionistico, introducendo al contempo agevolazioni fiscali riservate al settore dilettantistico.
Arriveranno ulteriori dettagli median
te la pubblicazione di decreti successivi, che assicureranno la possibilità di assolvere agli adempimenti connessi al rapporto di lavoro mediante il Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche.
Le figure professionali nello sport
La nuova riforma punta a stabilire quali sono
le figure professionali dello sport, che includono non solo atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi e preparatori atletici.
Infatti, è considerato un lavoratore sportivo ogni tesserato che svolge verso un corrispettivo le mansioni rientranti tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività sportiva, fatte salve le mansioni di carattere amministrativo-gestionale.
Di conseguenza, il lavoratore sportivo esercita l’attività sportiva senza alcuna distinzione di genere, indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico.
Con specifiche delibere federali, inoltre, si prevede di includere anche nuove figure, necessarie e strumentali allo svolgimento delle attività sportive, come nel caso di custodi, receptionist, addetti alle pulizie, giardinieri e così via.
Contribuzione INPS 25%
Con la riforma dello sport, i contribuenti che superano i 5mila euro annui hanno l’obbligo di contribuzione INPS con l’aliquota contributiva fissata al 25 % per:
i dilettanti titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa;
i dilettanti che svolgono prestazioni autonome.
Sia nel primo che nel secondo caso è prevista, inoltre, l’applicazione delle aliquote aggiuntive previste per gli iscritti alla Gestione Separata INPS volte a coprire malattia, maternità, disoccupazione, e così via.
Il decreto stabilisce, inoltre, l’applicazione dei contributi previdenziali solamente per la parte eccedente l’importo di 5.000 euro del compenso e una riduzione del 50 % dell’imponibile previdenziale fino al 31 dicembre 2027.
Si tratta, quindi, di una riduzione della base imponibile e, di conseguenza, delle prestazioni pensionistiche. Tali prestazioni, inoltre, saranno riconosciute solamente sugli importi che risultano effettivamente versati.
Tuttavia, la riduzione non potrà essere applicata alle aliquote aggiuntive in vigore destinate alla tutela relativa alla maternità, gli assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera, alla malattia e al congedo parentale o alla disoccupazione.
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